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(dalle asperità fino alle stelle)
(through hardships to the stars)

Personale ma virtuale
solo virtual exhibition

 

 

a cura/curated by
Eleonora Raspi

suoni/sounds by
Massimo Magrini

 

ufficio stampa/press office
Barbara Benincasi

 

 

La mano dell’artista incide il suo segno sulla carta alla ricerca di un sentimento e di un’immagine che indugia e trattiene il respiro nell’atto stesso della sua composizione. Comporre, scrutare e restituire sono il mantra di questa esperienza virtuale, e raccontati da Serasini in maniera diretta e franca. Una circolarità persistente che più che mai come adesso rivela la fragile condizione di esseri umani catturati all’interno di abitudini,  modi e percezioni difficili da superare. Trasformarsi, più che ritornare, dovrebbe essere il primo obiettivo: il momento dell’attesa, così imperfetta ma persistente in questi ultimi lavori di Serasini, ci permette finalmente di osservare all’interno di mondi dimenticati, da cui avevamo preso le distanze.
E allora ecco che l’uomo, nudo, rosso come i suoi pensieri allo specchio, acquista un sapore di fine settecento, e si rivolge alla Natura in cerca di risposte, e forse si ritrova ancora una volta parte di essa.
“E’ la terra, la terra che muove i tuoi passi”, scrive l’autore in Locus II, come a sottolineare ancora una volta lo stretto legame tra l’uomo e la Terra stessa. Il segno distintivo di queste stanze (in particolare Locus II e III) è sempre il rosso e ci accompagna in questa esperienza visiva/musicale: vivace e fredda allo stesso tempo. Come tanti pezzetti di un puzzle, le immagini si stagliano e si compongono nello schermo per creare nuovi  pastiche,  caratterizzati dalla libertà di gioco che da sempre caratterizza Serasini. Come siamo arrivati a questa scomposizione? Come fare a ricostruire/si una volta consapevoli che le parti non possono più combaciare come  prima?
Queste le domande che ci portiamo fino all’ultima stanza, Locus IV, laddove il figurativo lascia spazio all’astrazione e immaginazione. Le “stelle binarie”, apparse non da molto nel vocabolario dell’artista, rappresentano l’origine e il continuo movimento della materia stessa: la storia romantica di due stelle che non possono fare a meno l’una dell’altra, sempre insieme e ripetute infinite volte.

Eleonora Raspi

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